"Occorre una rivisitazione della geografia giudiziaria - modificando la riforma del 2012 che ha accentrato sedi e funzioni - con l'obiettivo di riportare tribunali, procure ed uffici del giudice di pace vicino ai cittadini e alle imprese": è scritto così nel contratto di Governo siglato da 5Stelle e Lega. Poche frasi, che però hanno riacceso le speranze di molti. Il tribunale di Pinerolo, caduto nel 2013 sotto i colpi del decreto legislativo n. 155, tornerà in vita? Lo sperano in tanti. «Attendo qualche settimana poi andrò a Roma a chiedere conto di quanto scritto nell'accordo», dice il sindaco Luca Salvai, pronto a mettersi in prima linea per la riapertura degli uffici giudiziari di Via Convento di S. Francesco. C'è da sperare che il "giallo-verde" porti meglio del "rosso". Ampio servizio su L'eco del chisone da oggi in edicola. Disponbile anche in versione digitale.
Il Governo giallo-verde riaprirà il Tribunale?
Omicidio dell'Aquila: scarcerato Manuel Morisciano
Dopo 17 mesi di carcere, Manuel Morisciano può finalmente tornare nella sua casa di Giaveno e da qui attendere la prosecuzione del processo a suo carico. La giudice Alessandra Salvadori, presidente della Prima Corte d’Assise davanti a cui si sta celebrando il dibattimento, ha infatti concesso al giovane gli arresti domiciliari, come richiesto dai suoi difensori Giampaolo Zancan e Andrea Cianci. Un provvedimento che ha visto il parere negativo della Procura (pm Smeriglio) e l’opposizione delle parti civili. Resta in carcere invece Eric Romano che, come il cugino Manuel e il padre Claudio, è accusato dell’omicidio del motociclista Alessandro Gino e del ferimento di Pierluigi Ozzello, anche lui aderente al Club degli Hells Angel. La vicenda è quella della sparatoria avvenuta nel parcheggio dell’Hotel Ristorante Aquila (nella foto), sulle alture di Giaveno, nella notte tra il 12 e il 13 gennaio dello scorso anno. Martedì prossimo, davanti al gup Alfredo Toppino, è prevista la sentenza a carico dei Romano (difesi dagli avv. Fantini e Tizzani). Quanto a Morisicano il procedimento, in Corte d'Assise, prosegue lunedì 18, per poi continuare il 6 e 10 luglio.
Stalking su barista: per il poliziotto, il pm chiede una condanna a 5 anni e 9 mesi
La Procura non ha dubbi: Massimiliano Conteè colpevole di tutti i reati "a lui ascritti”. Colpevole, soprattutto di aver «rovinato per sempre la vita di tre persone, tra cui un minore». Colpevole perché ha attuato il suo disegno criminale con «pervicacia e lucidità, dimostrando disprezzo per la vita degli altri». Non usa mezzi termini il pm Ruggero Mauro Crupi per sintetizzare le ragioni per cui Conte, 32enne agente della Polstrada di Torino (oggi sospeso dal servizio) va condannato per aver diffamato e stalkizzato Marcello Paschetta, titolare dell’Infinito Café di Via Val Pellice a S. Secondo, per aver danneggiato a più riprese il suo locale, e per aver detenuto in casa documenti di dubbia provenienza (alcuni anche proventi di furto). Per tutto questo, al termine di una requisitoria durata poco più di un’ora e mezza, oggi Crupi ha chiesto una pena di 5 anni e 9 mesi di reclusione. «Invoco severità perché quello che ha fatto Conte è gravissimo». Martedì 26 giugno tocca alla parte civile (avv. Michela Malerba) e poi ai difensori, avv. Stefano La Notte e Maria Paola Scorrano. Vedremo se la giudice Paola Rigonat già in quella sede arriverà a sentenza. Nella foto il Tribunale di Torino.
Giaveno, omicidio dell'Aquila: condannati Eric e Claudio Romano
Dopo circa 3 ore di Camera di Consiglio, il giudice Alfredo Toppino oggi ha confermato le pene richieste dalla Procura per Eric Romano e il padre Claudio, ex assessore di Giaveno: 18 anni di reclusione al primo, due in meno al secondo, già ridotti di un terzo per effetto del rito abbreviato scelto da entrambi. Erano accusati dell’omicidio di Alessandro Gino, 47 anni, biker degli Hells Angels colpito alla testa dal frammento di un proiettile calibro 40 sparato dalla pistola semiautomatica "Glock" impugnata da Eric la notte del 12 gennaio dell'anno scorso nel parcheggio dell'Hotel Aquila, sulle alture dell'Alpe Colombino. Per il terzo imputato, Manuel Morisciano, 21enne cugino di Eric, il processo prosegue invece in Corte d'Assise. Il giovane dalla scorsa settimana ha ottenuto i domiciliari. Ampio servizio su L'eco del chisone in edicola domani, disponibile anche in versione digitale. Nella foto, la madonnina con la foto del biker ucciso, posta a fianco a quella che era la sede del Club degli Hells Angel, all'Aquila.
Il procuratore Spataro: «Nessuna cricca o struttura parallela in Procura a Torino»
“Cricca o struttura parallela" sono "espressioni generalizzanti, improprie ed offensive per l’intera Procura della Repubblica di Torino, cioè di un ufficio che si è distinto e si distingue per la propria efficace azione contro ogni tipo di criminalità, oltre che per il suo trasparente assetto organizzativo". È questo un passaggio del comunicato stampa (che alleghiamo intergrale) diramato dal Procuratore Armando Spataro che risponde così alle notizie di stampa relative ad una complessa indagine condotta dai pm Pelosi, Locci e Toso su una presunta rete di favori che vedrebbe implicati, per corruzione in atti giudiziari, anche un avvocato e un appuntato della polizia giudiziaria insieme ad altre cinque persone. "L'inchiesta, dopo lunghe e delicate indagini, è pervenuta alla sua fase conclusiva - prosegue il comunicato - con notifica alle parti interessate dell’avviso di conclusione delle indagini preliminari ex art. 415 bis c.p.p., emesso il 18 giugno 2018".
La complessa vicenda tocca anche il Pinerolese in quanto alcune delle parti in causa, vedremo se e con quali responsabilità, sono tra i protagonisti di un processo attualmente in corso in Tribunale a Torino: quello al poliziotto Massimiliano Conte, accusato di stalking al barista (nonchè suo ex vicino di casa) Marcello Paschetta, titolare dell'Infinito Café di Via Val Pellice a S. Secondo. In questa torbida storia, come in una sorta di film parallelo e ribaltato, troviamo alcuni dei nomi oggi iscritti al registro degli indagati nel ben più ampio fronte relativo all'inchiesta su cui Spataro ha quest'oggi fornito alcune precisazioni: il noto avv. penalista Pierfranco Bertolino, ex difensore di Paschetta, l'appuntato dei Carabinieri Renato Dematteis, cognato del barista, e lo stesso Paschetta. Senza dimenticare che il pm Padalino, che lo scorso anno si occupò delle indagini che portarono all'arresto di Conte (il 4 luglio) è sotto procedimento disciplinare davanti al Csm per presunte violazioni disciplinari. Saranno invece i magistrati milanesi a valutare se le condotte del loro collega, ora in servizio ad Alessandria, possano configuare o meno responsabilità di natura penale. Quanto al processo Conte, martedì 26 è attesa la discussione della parte civile e dei difensori dell'agente della Polstrada (oggi sospeso dal servizio e con obbligo di dimora a Tuglie, nel Leccese).
Sparatoria dell'Aquila: assolto Manuel Morisciano dall'accusa di omicidio
Assolto per non aver commesso il fatto: si è concluso poco fa in Corte d'Assise, dopo poco più di tre ore di Camera di Consiglio, il processo a carico di Manuel Morisciano, il giovane giavenese accusato dell'omicidio premeditato del biker Alessando Gino, colpito da un proiettile il 12 gennaio dello scorso anno sul piazzale dell'Hotel Aquila e morto una settimana più tardi. Quanto al ferimento di un secondo motociclista, Pierluigi Ozzello, la corte (presidente la giudice Alessanda Salvadori) ha derubricato l'imputazione iniziale di tentato omicidio in lesioni colpose, condannandolo a un anno e 5 mesi (esattamente quanto il giovane ha già scontato alle Vallette) più risarcimento danni per complessivi 85mila euro. Un verdetto che in pochi avrebbero osato sperare, nonostante l'impegno massimo dei difensori Zancan e Cianci, che ha completamente ribaltato le conclusioni cui la Procura era giunta e che venerdì scorso avevano portato il pm Smeriglio a chiedere ben 24 anni di carcere. Motivazioni tra 90 giorni. Zancan: «Una sentenza giusta, tardivo riconoscimento dell'estraneità totale di Manuel Morisciano rispetto alla morte del povero Alessandro Gino». Cianci: «La Corte d'Assise, all'esito di un'istruttoria dibattimentale accuratissima, ha accolto in pieno la nostra linea difensiva. La sentenza di assoluzione con formula piena rispetto al più grave reato di omicidio, soddisfa le esigenze di giustizia». Il 22enne, attualmente ai domiciliari nella sua casa di Giaveno, torna così a tutti gli effetti in libertà. La Corte gli ha pure concesso il beneficio della non menzione nel certificato del casellario giudiziale. Su L'Eco del Chisone in edicola domani, ampio approfondimento.
Stalking sul barista, condannato il poliziotto a due anni e sei mesi
Due anni e sei mesi di reclusione. È questo il verdetto emesso pochi minuti fa dalla giudice Paola Rigonat (Quarta sezione Penale del Tribunale di Torino) a carico del poliziotto 32enne Massimiliano Conte, chiamato a rispondere di stalking, diffamazione e danneggiamenti nei confronti del barista Marcello Paschetta, titolare dell'Infinito Café di via Val Pellice a S. Secondo di Pinerolo. Accuse cui si aggiungeva la ricettazione: imputazione che la giudice oggi ha stralciato, decidendo di trasmettendo gli atti alla Procura per valutare la più grave accusa di peculato.
Per queste pesantissime accuse la Procura, pm Ruggero Mauro Crupi, aveva chiesto la condanna complessiva a 5 anni e 9 mesi di reclusione (2 anni e un mese per la sola ricettazione) considerando l'agente colpevole di tutti i reati "a lui ascritti". «Contro Conte non ci sono prove, solo indizi, e neppur coerenti e concordanti. Noi, al contrario, abbiamo portato prove della sua innocenza - avevano invece sostenuto i difensori Stefano La Notte e Maria Paola Scorrano nell'arringa del 26 giugno, invocandone ll'assoluzione - Conte è uno che abbaia, Paschetta è uno che morde».
La giudice non è stata dello stesso avviso, aggiungendo alla reclusione anche una provvisionale di 10mila euro sui risarcimenti alle parti civili (5mila a Marcello Paschetta e 5mila alla moglie, da definire poi in separato giudizio) più il pagamento delle spese processuali. La Rigonat non ha invece menzionato eventuali pene accessorie, quali l'interdizione dal servizio, a carico dell'agente della Polstrada di Torino attualmente sospeso dall'incarico. Le motivazioni della sentenza saranno depositate entro 90 giorni. «Leggeremo le motivazioni e valuteremo il ricorso», ha commentato l'avv. La Notte.
Intanto c'è la soddisfazione della famiglia di Marcello Paschetta (anche oggi presente in aula) che dopo un anno e mezzo di puro dolore può tirare un sospiro di sollievo. «Il giudice ha considerato fondate le prove che abbiamo portato in giudizio», ha dichiarato a caldo il legale di parte civile, avv. Michela Malerba.
Nella foto, l'Infinito Café e l'attiguo Salento di Mary, il piccolo locale specializzato in prodotti pugliesi, ora chiuso da tempo e in vendita, di cui era titolare la moglie del giovane poliziotto. Sul prossimo numero de L'Eco del Chisone, in edicola 18 luglio, ampio servizio.
Tributarista pinerolese: nuova condanna
Nuova condanna per il noto (e controverso) tributarista e consulente del lavoro di Pinerolo Beniamino Costantino. La pena decisa dal giudice Capecchi è di un anno e 8 mesi, per evasione fiscale in relazione all’Operazione Eurocase (società costituita nel 2006 per realizzare un importante intervento immobiliare in Via Tiro a Segno 10). A giugno il ragioniere era stato invece condannato a 4 anni e 10 mesi. In questo stesso procedimento era coimputata l’ex convivente Silvia Tonelli che, con rito abbreviato, la scorsa settimana è stata invece assolta con formula piena. Tutti i particolari su L’Eco del Chisone da oggi in edicola, disponbile anche in versione digitale.
Tribunale, la replica dell'Associazione magistrati
"L'ANM di Pinerolo ritiene del tutto irricevibile - e contraria alla legge-delega e alla costituziione - l'ipotesi (ventilata oggi nell'incontro fra commissioni giustizia e ministro) di trasformare il Tribunale di Pinerolo in sezione distaccata del Tribunale di Torino".
Comincia così il comunicato stampa a firma del giudice Alberto Giannone, presidente dell'Associazione magistrati di Pinerolo. "Ciò comporterebbe il mantenimento di competenze estremamente limitate - civile monocratico, dibattimento penale monocratico, giudice tutelare, esecuzioni mobiliari - con trasferimento di tutte le altre (Procura della Repubblica, gip/gup, collegio penale e civile, famiglia, lavoro, fallimenti, esecuzioni immobiliari) alla sede centrale del Tribunale di Torino: con gravissimi disagi per i cittadini.
Rimarrebbero 2-3-4 giudici e non vi sarebbe alcun risparmio di spesa, tenuto conto che la struttura rimarrebbe funzionante. La proposta appare in controtendenza con la scelta generalizzata di abolizione di tutte le altre sezioni distaccate (che effettivamente sono gli uffici che hanno avuto da sempre il peggior funzionamento). Ma soprattutto, rimane una palese violazione della legge delega: il Tribunale di Pinerolo deve rimanere perché - come è stato indicato come criterio prioritario nella legge-delega - deve essere decongestionato in maniera rilevante il carico del megaTribunale di Torino, il cui numero di magistrati è già stato invece aumentato. Vi sono addirittura le condizioni di edilizia per aumentare le competenze del Tribunale di Pinerolo e non per drastricamente ridurle. I magistrati continuano pertanto a confidare nella rapida emanazione di un decreto correttivo con ripristino (e auspicabilemnte ampliamento) degli uffici giudiziari di Pinerolo illegittimamente soppressi".
Perosa, tragedia al Poligono di Tiro: condannati padre e figlio
Un anno e 10 mesi: questa la condanna appena pronunciata dalla giudice Alessandra Pfiffner a carico di Marco e Davide Depetris, padre e figlio, titolari del Sottotiro. Il poligono, ospitato nel complesso de "Il Mulino" di S. Sebastiano, al confine tra Perosa e Pinasca, andò a fuoco il 9 dicembre 2016 provocando la morte del 65enne torinese Michele Manconi. La giudice li ha riconosciuti colpevoli di incendio e omicidio colposo, reati per cui la pm Elisa Pazé nella requisitoria dell'8 novembre aveva chiesto proprio 1 anno e 10 mesi (pena già scontata di un terzo come vuole il rito abbreviato). Il difensore, avv. Giulio Pellegrino, che aveva chiesto l'assoluzione, a caldo commenta: «La sentenza ovviamente non ci soddisfa affatto, ma quantomeno il giudice ha concesso i doppi benefici di legge (non menzione e sospensione condizionale). Leggeremo le motivazioni (il giudice si è riservata 15 giorni, ndr) e poi decideremo i prossimi passi». Facilemente prevedibile che i Depetris andranno in appello. Quanto alle richieste avanzate dalle nove parti civili (in totale circa 1 milione e 200 mila euro), la gup Pfiffner ha stabilito che gli imputati versino alla moglie, alla figlia e al nipote della vittima un'integrazione rispettivamente di 20, 25 e 20mila euro in più rispetto a quanto già liquidato dall'assicurazione. Cifre fissate in via provvisionale, in vista di un'eventuale causa civile che quantifichi esattamente i risarcimenti.
In foto, Il Poligono di tiro, al confine tra Perosa e Pinasca.
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Il Ministro Bonafede a Pinerolo per lo Sportello di prossimità
«Abbiamo deciso di lavorare per un obiettivo concreto e non per qualcosa di aleatorio come il ritorno del tribunale»: parole esplicite, quelle con cui il sindaco Luca Salvai pochi minuti fa ha aperto nella sala Italo Taio, nell'ex Chiesa di Via S. Giuseppe, la cerimonia di inaugurazione dello Sportello di prossimità, alla presenza del Ministro della Giustizia Alfondo Bonafede (Cinque stelle come il primo cittadino di Pinerolo), il presidente della Regione Sergio Chimaparino e la sindaca di Torino Chiara Appendino. Il Presidente tribunale Massimo Terzi, ha aggiunto: «Con lo Sportello di prossimità diamo possibilita di interloquire con gli uffici giudiziari senza doversi spostare fisicamente, soprattutto per quei servizi civili che interessano I problemi sociali e intercettare inmediamente le problematiche e affrontarle prima che possano degenerare». Appendino: «Grazie a Salvai e Terzi per aver raccolto la sfida: siamo riusciti a trasformare un rischio in un opportunità». Chiamparino: «Un progetto di portata nazionale, che lunedì verra presentato a Roma ad altre amministrazioni regionali. Un aiuto fondamentale alle fasce più deboli».
Un progetto, quello dello "Sportello" aperto negli spazi dell'ex Tribunale, in cui Ministero e Comune di Pinerolo tengono molto e la cui creazione a richiesto due anni di lavoro. Vediamo se Bonafede chiarirà ai Pinerolesi se ci sono speranze di veder realizzato uno dei punti contrnuti nel contratto di Governo siglato da Lega e 5Stelle. Vale a dire la revisione della Riforma che ormai 5 anni fa portò alla soppressione di 31 sede giudiziarie sparse in tutta Italia. Tra queste, Pinerolo che dal dicembre 2013 è stato accorpato a Torino. Ad Alba però il Ministro ha già dichiarato che difficilmente la mappa dei tribunali verrà rivista. Foto Dario Costantino.
Il Ministro Bonafede sulla riapertura del Tribunale: «Non se ne parla»»
«So che la perdita del tribunale per i pinerolesi è stata una ferita: la reazione è stata forte - ha riconosciuto il Ministro Bonafede -. All'epoca io non fui d'accordo sulla decisione, ma oggi credo che occorra cercare nuove opportunità come questa, individuando quei servizi che per propria natura non possono essere decentrati. Questa è una nuova idea di giustizia, vicina ai cittadini: per questo ci tengo ad essere presente alle inaugurazione degli sportelli dei comuni più piccoli. Occorre pensare servizi del genere anche negli ospedali, in modo che chi ha problemi possa avere subito informazioni sulle pratiche necessarie». Quanto alla riapertura del Palagiustizia e alla revisione della geografia giudiziaria? «In questo momento non si può pensare alla riapertura, ma si deve pensare ad investire i soldi su infrastrutture e assunzione del personale nei tribunali esistenti e funzionanti. Io ho bloccato chiusure dei tribunali insulari e delle sezioni fallimentari e sto chiedendo agli uffici di monitorare gli effetti della chiusura avvenuta negli anni passati per verificare se ci sono situazioni di particolarmente anomalia e vuoti di giustizia. E nel caso, le valuteremo. Stiamo investendo negli sportelli di prossimità: contiamo di aprirne mille nel 2019».
Attivo da oggi lo Sportello di prossimità nell'ex Tribunale di Pinerolo
Da oggi è attivo a Pinerolo lo Sportello di prossimità con sede nei locali dell'ex Tribunale, in via Convento di San Francesco 1. L'ufficio sarà aperto tutti i giovedì alle ore 9.30 alle 12 e in una prima fase svolgerà esclusivamente attività di informazione e di orientamento in merito a procedure, che non necessitano di ausilio legale, relative ad Amministrazione di Sostegno ed altri strumenti di protezione previsti dall'ordinamento; modalità di relazione con il Giudice Tutelare e redazione rendiconti di tutela o amministrazione di sostegno. Non è necessario prenotare, ma nel caso si preferisca chiedere un appuntamento, il numero di telefono è 0121 391.421. L'ufficio non fornisce consulenze telefoniche. Giovedì 27 lo sportello resta chiuso per le festività natalizie. Nella foto di Dario Costantino la cerimonia inaugurale del nuovo servizio, giovedì 6, alla presenza del Ministro Bonafede (col microfono). Al suo fianco, con la fasica, il sindaco Luca Salvai, e alla sua destra il presidente della Regione Sergio Chiamparino.
Per la morte dell'anziano di Abbadia, sempre più forte l'ipotesi del pestaggio
Roberto Dellacroce, 76enne di Abbadia Alpina, fu ricoverato all'Ospedale Agnelli di Pinerolo il 9 novembre: morì il 27 dicembre, dopo un calvario di oltre un mese e mezzo, a seguito delle lesioni riportate. La vicenda è coperta dal più assoluto riserbo, ma da attendibili insdiscrezioni sembra che il sostituto procuratore Chiara Maina, titolare dell'indagine, abbia aperto un fascicolo contro ingoti, ipotizzando il reato di "morte come conseguenza di altro delitto", come previso dall'art. 586 del Codice penale.
Dellacroce era stato accompagnato in ospedale da un amico che non sa cosa gli fosse successo. L’aveva incontrato per caso e gli aveva riferito di forti dolori. Di qui la decisione di portarlo in Pronto soccorso. La domanda chiave cui l'autopsia ora dovrà rispondere è: l'anziano fu vittima di un violento pestaggio come i gravi traumi riportati (fratture costali multiple e spappolamento della milza) lascerebbero supporre e poi morì a seguito dell'aggravamento delle sue condizioni oppure quelle ferite potrebbero essere compatibili con una semplce caduta? Vista la complessità del caso, il medico legale Giovanni Maggiora che ha eseguito l'esame autoptico il 31 dicembre, si è riservato 60 giorni per studiare la cartella clinica e depositare le sue risultanze. Dalle prime anticipazioni sembra però che gli inquirenti propendano per la prima ipotesi, vale a dire un'aggressione. Sull'episodio indagano i carabinieri della Compagnia di Pinerolo coordinati dalla pm Maina. Dellacroce, pensionato e divorziato da anni, viveva in via Priolo, in un casolare isolato di Abbadia.
Segregata e violentata in alpeggio: nei guai due pastori
Sequestrata per settimane in una roulotte nel cuore del Parco Orsiera e stuprata a turno da due pastori. Una storia terribile che ha già portato in carcere un giovane bracciante rumeno, condannato ad oltre 8 anni di reclusione (oggi in carcere a Vercelli). Per il secondo imputato, un notissimo pastore della Val Chisone (originario di Angrogna), il processo è iniziato la scorsa settimana in Corte d'Assise. Pesantissime le accuse: violenza sessuale di gruppo e riduzione in schiavitù. L'allevatore, simbolo per eccellenza del pascolo vagante e già concessionario dell'Alpe Jouglard (non lontano dal Rifugio Selleries), si proclama innocente. L'impianto accusatorio appare però assai solido e le intercettazioni telefoniche gettano su quella figura ombre inquietanti. Su l'Eco del Chisone in edicola da questa mattina (disponibile anche in versione digitale), nomi e dettagli dell'inquietante vicenda.
Delitto di Barge: diffusa la foto del presunto assassino
La Procura della Repubblica di Cuneo ha autorizzato la diffusione della foto di Daniele Ermanno Bianco, arrestato il 24 gennaio poiché ritenuto l’autore dell’omicidio di Anna Piccato, avvenuto a Barge mercoledì 23, nei pressi dei giardini d’Annonay di via Giolitti.
Da ieri è trapelato che a carico di Bianco, nato nel '78 a Luserna S. Giovanni e residente a Barge, titolare di una ditta individuale che si occupa di piccoli lavori edilizi, ci sarebbero pesanti indizi. A confermare l’arresto, convalidato dal Gip, è stato ieri lo stesso Odelio Dodero, procuratore capo della Repubblica di Cuneo. L’uomo al momento si trova in carcere presso la Casa Circondariale di Cuneo. L’inchiesta, coordinata dal pm Alberto Braghin, ha permesso di risalire al 40enne grazie all’attività dei carabinieri della Compagnia di Saluzzo che hanno incrociato diversi elementi: testimonianze, eventuali tracce lasciate e la visione delle telecamere di videosorveglianza della zona. Fermato all’alba di giovedì 24 gennaio, l’uomo ha fornito agli investigatori una versione che non ha convinto. Una ricostruzione che, a detta dei carabinieri, sarebbe traballante. Il delitto potrebbe essere stato frutto di un gesto premeditato. Un’aggressione finita nel sangue probabilmente per questioni di denaro. La vittima conosceva il suo assassino. L’arma del delitto, probabilmente un martello, non è ancora stata trovata. Le indagini degli inquirenti non si sono comunque fermate. Lo sforzo investigativo è al momento in pieno svolgimento in ogni direzione ed in continuo sviluppo, con la finalità di chiarire tutte le circostanze legate all’omicidio.
«Le indagini sono aperte, ci sono accertamenti in corso: aspettiamo gli esiti»: in altri termini, un invito alla prudenza quello dell’avv. Davide Ambrassa, difensore di Bianco, raggiunto nel suo studio di Savigliano. «Il quadro indiziario a mio parere è contraddittorio. L’arma del delitto non è ancora stata trovata e manca un movente credibile. Bianco, nel corso dell’interrogatorio ha dettagliato i suoi spostamenti prima e dopo l’ora dell’omicidio e, tra l’altro, è stato visto pochi minuti dopo il fatto in un esercizio pubblico di Barge: era tranquillo e senza apparenti tracce, sugli abiti o sulla persona, che fossero riconducibili all’omicidio». In foto, Daniele Ermanno Bianco.
News aggiornata l'1-2-19 alle ore 17,43
Agess: il fallimento chiude, la ferita resta aperta
Era il 2005 quando il fallimento Agess, l'ex Agenzia di sviluppo della Val Pellice, gettò nello sconforto un intero territorio. In questi giorni la vicenda sul piano giudiziale-fallimentare si sta chiudendo con il pagamento dell'ultima consistente tranche di denaro, in base al piano di riparto disposto dal curatore fallimentare Giuliana Barra. Si tratta di circa tre milioni di euro, altre due erano già stati pagati precedentemente. Chi più, chi meno i creditori sono riusciti a rientrare di una buona parte dei propri soldi, a rimetterci di più sono stati invece le Comunità montane e i loro cittadini, coinvolte a vario titolo nel fallimento. Saldati i conti, la vicenda lascia comunque l'amaro in bocca perché Agess rappresenta un'occasione sprecata due volte. La prima quando si gettarono al vento così tante risorse per incapacità e per i vecchi vizi della politica clientelare e autoreferenziale, la seconda quando i protagonisti della vicenda (amministratori e politici) preferirono affrontare il caso Agess accapigliandosi su questioni di soldi, invece di impegnarsi in un'attenta analisi e in una sincera assunzione di responsabilità di quanto accaduto, eper poter così ripartire nel rilancio del territorio su nuove basi. Tutti i dettagli su l'eco del chisone in edicola, disponibile anche in versione digitale. In foto la Crumiere di Villar Pellice: la sua ristrutturazione fu al centro del crack dell'Agenzia.
Baite della "discordia" a Bobbio Pellice: il Tribunale dà ragione ai privati
E sono già due le pronunce del Tribunale a favore dei privati che hanno fatto causa al Comune di Bobbio Pellice per ottenere il riconoscimento del diritto di proprietà sulle baite costruite tanti anni negli alpeggi della Conca del Prà e poi ristruturate. Per il Comune, proprietario dei terreni su cui quegli immobili insistono, si tratta di semplici "concessionari": il giudice della Seconda sezione civile del Tribunale di Torino la pensa però altrimenti e ha già emesso due verdetti che, nella controversia privati-comune, danno ragione ai primi. La prima sentenza (di cui abbiamo ampiamente parlato nel numero de l'eco del chisone in edicola, disponibile anche in versione digitale) risale al 4 febbraio, la seconda è di quattro giorni più tardi (e non è detto che non ne arrivino altre, poichè sarebbero decine le situazioni analoghe, tra Conca del Prà e Comba dei Carbonieri). Doppia la sodidsfazione dell'avv. Giovanni Buzzanga di Pinerolo che a quelle cause ha dedicato ore di paziente lavoro. «Il Tribunale ha accertato che non si tratta di una concessione amministrativa, ma di un vero e proprio "diritto di superficie" su suolo comunale - dichiara il legale - È un fatto di chiarezza e di giustizia. Ora, tutti gli interessati potranno ottenere una sentenza dell’Autorità giudiziaria che certifichi il loro diritto di proprietari, per poter liberamente vendere, donare o semplicemente godere dei loro fabbricati alpestri. Chiaramente nel rispetto del Regolamento comunale». Nella foto, baite nella Conca del Prà.
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