Una faida in piena regola: tutti giovani, per non dire giovanissimi, coinvolti in una torbida vicenda di botte, sesso e sprangate di cui abbiamo già ampiamente parlato. Sette in tutto finirono indagati e poi mandati a processo (uno, 17enne all'epoca dei fatti, giudicato separatamente al Tribunale dei Minori).
Protagonista "principale" N. LT, imprenditore pinerolese,molto conosciuto e chiacchierato. Classe ’95 (gli altri sono nati tra il 2000 e il 2005), figura di spicco (quanto meno in passato) in locali notturni, discoteche e società sportive.
Il 5 giugno, così come altri due imputati, aveva patteggiato una pena sotto i due anni grazie ad un risarcimento "per equivalenza" che gli ha consentito di ottenere la condizionale, e dunque evitare il carcere, anche se a suo carico c'è persino il reato di tentata prostituzione minorile. Oggi, giovedì 3 luglio, la giudice Ombretta Vanini ha ratificato l'accordo raggiunto tra Procura (pm Giuseppe Drammis con l'aggiunto Patrizia Caputo) e difese (l'avv. Luca Paparozzi per l'imprenditore, e le avvocatesse Giuseppina Migliore e Valentina Groppo per i suoi due amici).
Per gli altri tre imputati, sempre questa mattina è stato celebrato il rito abbreviato: erano chiamati a rispondere di rapina e lesioni personali aggravate. Dalla prima imputazione, la più pesante, sono stati tuttiassolti. Quanto alla seconda, uno dei tre è stato scagionato "per non aver commesso il fatto", mentre per gli altri due la gup ha deciso una pena di 8 mesi con la condizionale (già scontata di un terzo come prevede questa scelta processuale). «Sono molto soddisfatta - commenta l'avv. Tiziana Porcu, cui i tre ragazzi si sono affidati -. Sono emerse tutte le discrasie e tutte le fantasie raccontate da N. LT che mai ha accennato nelle denunce al reato di adescamento di minori da lui commesso».
Sul fronte opposto, l'avv. Paparozzi, che difende il trentenne: «Il mio assistito ha ritenuto di definire la propria posizione avvalendosi della premialità del patteggiamento della pena, contenuta in anni due di reclusione con il beneficio della sospensione condizionale. Scelta dolorosa, in quanto avrebbe avuto congrue argomentazioni da sottoporre al vaglio del giudicante - assicura il legale -, ma avendo fatto scelte professionali che lo collocano in realtà molto lontane da qui ha ritenuto opportuno andare in questa direzione per mettersi alle spalle vicende complesse che lo hanno profondamente segnato nel corpo e nello spirito».
L’ANTEFATTO: LA NOTTE DI HALLOWEEN DEL 2022
Per comprendere la vicenda, facciamo un passo indietro. Tutto comincia il 31 ottobre 2022. Secondo le indagini, l’imprenditore, che (pare) abbia un debole per i ragazzini, avrebbe offerto 1.000 euro a un 17enne di Piossasco per una prestazione sessuale. Il ragazzo finge di accettare, sale in auto con lui e lo conduce in un’area appartata. Nel frattempo avvisa tre amici più grandi, che piombano sul posto, aggrediscono l’uomo con spranghe metalliche e lo derubano del borsello con 1.500 euro. Prognosi: 30 giorni per trauma facciale e frattura orbitale. Da qui le imputazioni di rapina (reato per cui sono stati assolti) e lesioni aggravate.
La sentenza, come detto, è arrivata oggi in abbreviato. Motivazioni tra 30 giorni.
LA VIOLENTA VENDETTA DEL GIORNO DOPO
Ma la storia non finisce lì. Il giorno dopo, 1° novembre, l'adescatore (presunto) organizza una spedizione punitiva con due complici: intercettano il 17enne a bordo di una minicar Ligier, la prendono a calci e pugni, staccano la portiera e fanno scendere il ragazzo. Lui tenta la fuga, ma invano. Lo bloccano, lo picchiano e minacciano anche di morte ( «ti porto in un campo, ti ammazzo di botte e ti brucio la macchina e la casa» ) e lo obbligano ad andare dai Carabinieri per scagionare l'imprenditore dall'aggressione della sera prima. Tentativo fallito, che anzi fa scattare ulteriori accuse: rapina, sequestro di persona e danneggiamento. Per il trentenne anche prostituzione minorile.
Insomma un bel pacchetto di accuse per le quali, diranno in molti, le pene patteggiate, tutte inferiori ai due anni, paiono assai lievi. Tanto più che negli atti processuali emergerebbero almeno una decina di altre chat con altri giovanissimi.Tutte dello stesso tenore: «Sei caldo? Quanto sei caldo? Ti piacciono i soldi? Vuoi guadagnare?» . E via discorrendo, con tanto di foto delle mazzette di denaro con cui ricompensare la prestazione. In aulal'imprenditore ha negato con decisione ogni adescamento: pare che abbia detto agli inquirenti che col giovane piossaschese non voleva sesso ma solo mangiare un panino. Quanto al suo ruolo di direttore generale in una società calcistica del Pinerolese, nei giorni scorsi si è dimesso dall'incarico.
In Tribunale la vicenda si è chiusa questa mattina, almeno in primo grado. C'è da credere però che di strascichi ce ne saranno ancora parecchi.